UNI e CIC pubblicano una prassi di riferimento per determinare la qualità dei rifiuti organici e aiutare l'economia circolare!
La frazione organica rappresenta la quota preponderante dei rifiuti prodotti nei comuni tant’è che, nel 2019, in Italia sono state raccolte oltre 7,3 milioni di tonnellate di rifiuti organici pari a 121 kg/anno pro-capite dei quali circa 87 kg/ab/a di frazione umida e 34 kg/ab/a di frazione verde.
Come noto, all’interno della categoria dei rifiuti organici nei comuni e nelle città rientrano elementi assai diversi tra loro che spaziano dalle ramaglie/foglie secche/sfalci /potature provenienti dai giardini pubblici e privati a rifiuti biodegradabili prodotti all’interno delle cucine domestiche a e delle attività di ristorazione sino agli imballaggi in carta, bioplastica o altri materiali realizzati con altri materiali certificati biodegradabili e compostabili come piatti, bicchieri e posate biodegradabili e compostabili.
Una volta raccolti, i rifiuti organici vengono avviati alla fase di riciclo mediante compostaggio o digestione anaerobica che, alla fine, consente di ottenere un ammendante di elevata qualità agronomica – il cosiddetto “compost” - che viene utilizzato nell’attività agricola, in quella florovivaistica e nella cura del verde.
Per ottenere un compost di qualità è tuttavia necessario che la materia prima usata – il rifiuto organico – sia raccolta secondo elevati standard che minimizzino la presenza di materiali non compatibili con i processi di riciclo.
Nei giorni scorsi è stata pubblicata la prassi di riferimento UNI/PdR 123:2021 - sviluppata da UNI Ente italiano di Normazione in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) - che fissa un "metodo di prova per la determinazione della qualità del rifiuto organico da recuperare attraverso i processi di digestione anaerobica e compostaggio”.
La nuova prassi fissa i procedimenti analitici per determinare la qualità del rifiuto organico da raccolta differenziata da sottoporre ad operazioni di recupero attraverso i processi di digestione anaerobica e di compostaggio. Il medesimo documento indica poi il numero e il tipo di manufatti a perdere utilizzati per il conferimento del rifiuto organico da parte dell’utenza, l numero minimo di analisi merceologiche da effettuare per un impianto di compostaggio o di digestione anaerobica industriale sulla base dei rifiuti trattati annualmente e, infine, il numero minimo di analisi da effettuare per un Comune o per un Gestore del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti organici sulla base della popolazione residente.
La prassi fornisce inoltre le indicazioni riguardanti la strumentazione da utilizzare per effettuare le analisi, la preparazione del campione da analizzare, le procedure da seguire per l’analisi della determinazione del grado di impurità e, da ultimo, sulla programmazione/pianificazione delle verifiche periodiche.
Secondo il Consorzio Italiano Compostatori “questo documento rappresenta un tassello tecnico fondamentale per gli addetti ai lavori, uniformando e spiegando come determinare la qualità della raccolta differenziata del rifiuto organico; la pubblicazione è quanto mai necessaria per dare una risposta tecnica concreta alla richiesta di qualità del riciclo prevista dal pacchetto Comunitario dell’Economia Circolare e trasposto nell’autunno 2020 anche nel Testo Unico Ambientale (il Dlgs 152/2006 e s.m.i). La realizzazione del documento ha previsto la collaborazione e le competenze diversificate da parte di tecnici delle Istituzioni, dei laboratori di analisi, di esperti nella gestione integrata dei rifiuti urbani e del CIC nella persona di Marco Ricci (Senior Expert del CIC e Project Leader della Prassi UNI)”.