Negli ultimi anni l’interesse del pubblico verso i temi ambientali - e soprattutto per il riscaldamento globale, per l’inquinamento dell’aria e per l’emergenza rifiuti – è andato man mano crescendo così come è maturata la consapevolezza che i comportamenti adottati dai singoli nella vita di ogni giorno sono essenziali nella lotta alla soluzione dei mali che affliggono il pianeta Terra.
Questa crescente sensibilità verso le tematiche green ha trovato terreno fertile anche nelle aziende che hanno colto, nei temi della sostenibilità ambientale, la possibilità di intercettare una nuova ed ampia fetta di mercato e, nel contempo, le imprese hanno trovato validi spunti per la riduzione dei costi aziendali e, quindi, per l’aumento dei profitti.
Sull’economia circolare si incentra il report redatto da Ipsos per Conou e presentato, nei giorni scorsi, nell’ambito della sesta edizione dell’EcoForum sull'economia circolare dei rifiuti organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e della Regione Lazio, in collaborazione con Conai e Conou.
Dai dati del report emerge innanzitutto, che sia a livello nazionale (80% degli intervistati) che a livello locale (43%), le maggiori preoccupazioni sono ricollegabili ai temi dell’economia e dell’occupazione. Nella classifica se, a livello nazionale, i temi dell’immigrazione si posizionano al terzo gradino (32%) a livello locale, invece, sono i problemi dell’ambiente ad occupare il terzo posto (25%) forse anche a causa della non sempre corretta gestione, da parte delle amministrazioni pubbliche, della raccolta e dello smaltimento rifiuti.
Nella collettività, di anno in anno, aumenta la conoscenza e l’interesse verso il tema della sostenibilità: ben il 72% degli intervistati ha dichiarato di conoscere l’argomento. Ad una maggiore informazione corrisponde una più spiccata propensione ad adottare uno stile di vita ecosostenibile che si sostanzia nella lotta agli sprechi, nel riutilizzo e nel riciclo.
Per gli italiani le aziende debbono ridurre la quantità di materiali non sostenibili e ben il 33% degli intervistati è favorevole a tassare negozi e prodotti non eco-friendly (33%)
Questo nuovo scenario non poteva passare inosservato agli occhi delle aziende: negli ultimi anni, oltre il 52% delle imprese ha investito in modelli produttivi sostenibili e tale scelta ha comportato un aumento di fatturato (+58%), di esportazioni (+49%) e di occupazione (41%) rispetto ai competitor che non hanno adottato la linea green (GreenItaly 2017, fonte Unioncamere). Tali benefici si sono riversati non solo nel bilancio economico delle aziende green ma anche nella loro reputazione: il 78% delle aziende europee che ha adottato pratiche o iniziative di circular economy ha visto crescere il proprio apprezzamento.
“Aumenta il numero di cittadini attenti alla sostenibilità, che chiedono ad imprese ed istituzioni di aiutarli in tal senso – ha dichiarato Andrea Alemanno, Responsabile ricerche sostenibilità IPSOS -. L’economia circolare, è una risposta adeguata a questa domanda del cittadino-consumatore: oltre a far bene all’ambiente, aiuta il conto economico e la reputazione delle aziende, sottolineando la serietà dell’impegno intrapreso.”.