Chi di voi a pranzo o a cena non si concede un piatto di pasta? Che siano spaghetti, una lasagna, una minestra, di solito il primo è presente sulle nostre tavole almeno una volta al giorno e a trionfare è proprio la pasta. Vi farà così piacere sapere che questo amato cibo è (sempre più) sostenibile sulle tavole degli italiani.
Secondo i dati diffusi, dal puntare sull’agricoltura di precisione agli impianti di trigenerazione per l’alimentazione energetica, fino all’utilizzare packaging compostabile, ogni anno i pastai italiani investono in media il 10% del proprio fatturato (circa 560 milioni) in ricerca e sviluppo per rendere la produzione e la pasta sempre più moderna, sicura e sostenibile.
Questo risponde anche alle esigenze degli italiani per i quali l’attenzione verso un’alimentazione più sana e sostenibile è un trend che si è rafforzato negli ultimi anni: quasi 9 su 10 - come risulta dalla ricerca di Unione Italiana Food - dichiarano di prestare attenzione agli aspetti di sostenibilità quando sono al supermercato.
In merito all’attenzione alla sostenibilità, da un’indagine Nielsen IQ sulla sostenibilità alimentare emerge non solo un maggior impegno a mangiare con un basso impatto ambientale da parte dei cittadini ma anche una più alta attenzione agli sprechi e al risparmio di packaging. E 1 italiano su 5 è disposto a spendere di più per una spesa sostenibile.
Oltre al lavoro per ridurre l’impatto ambientale di un piatto di pasta rispetto al passato, è interessante notare come già di per sé questo alimento risulti a minimo impatto. La sua impronta - dalla produzione alla trasformazione fino al consumo - è infatti da considerarsi bassa (1 mq globale, vale a dire la misura dell’area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate durante la produzione). Per fare un esempio e dare qualche numero, per una porzione di pasta di 80 grammi un’impronta ecologica minima, appena 150 grammi di CO2 equivalente.
Quanta pasta mangiano gli italiani? Non vi suonerà strano sapere che in media questo è uno dei pasti per 5 volte a settimana. In un anno ne mangiamo in media 23 kg pro capite!
Secondo i dati diffusi da Unione Italiana Food, per produrre un chilo di pasta, un pastificio usa non più di tre litri d’acqua. Secondo l’ultimo rapporto di sostenibilità di Unione Italiana Food (2020), nel periodo 2013-2019 nell’industria della pasta sono stati risparmiati 270.000 m3 di acqua (-4%), pari a circa 2 Anfiteatri Flavii (Colosseo), 69.000.000 kg di emissioni CO2 (-11%) pari a circa 36.300 vetture e sono 19.500.000 kg i rifiuti recuperati (+33% pari a circa un comune di 39.000 abitanti).
“Con un impatto ecologico dal campo alla tavola minimo rispetto ad altri alimenti, la pasta è il prototipo dell’alimento green - spiega Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food – Come produttori di pasta, continuiamo ad esercitare un forte ruolo sociale, oltre che economico, e la responsabilità della nostra generazione è garantire al pianeta l’accesso a cibo di qualità, sano, sostenibile e accessibile. Attenzione però, la crisi dei costi energetici sta mettendo seriamente in ginocchio le nostre aziende e se non vengono adottate misure imminenti, drastiche ed efficaci, saremo presto costretti a chiudere parte delle linee di produzione. Non possiamo quindi essere lasciati soli in questo momento di costi energetici così esorbitanti da alterare completamente i bilanci delle aziende”.
A tutto questo aggiungiamo anche noi un consiglio! Quando avete necessità di acquistare piatti monouso, magari per una festa, una sagra, per un pic nic, ricordatevi di sceglierli ecosostenibili come quelli biodegradabili e compostabili di Minimo Impatto. Piccoli, grandi, fondi, di diverse forme (anche con la linea elegance!) e materiali (polpa di cellulosa, cartoncino e foglia di palma sono alcuni esempi). Ad ognuno il suo